Ictus: la diagnosi con la neuroimaging

L’ictus è una patologia neurologica che si sviluppa in seguito a un improvviso blocco della circolazione sanguigna cerebrale.

A livello mondiale, l’ictus rappresenta una delle principali cause di decesso e la prima causa di invalidità permanente.

Colpisce maggiormente i soggetti anziani ed è legata a diversi fattori di rischio cardiovascolari come fumo, ipertensione e ipercolesterolemia.

Oltre l’imaging, la diagnosi di ictus si basa sui segni e sui sintomi del paziente.

La diagnosi di ictus si basa sui segni e sui sintomi del paziente, ma le tecnologie di neuroimaging ha un ruolo centrale nella diagnosi differenziale, nella definizione dell’estensione del danno e nella selezione del trattamento migliore per il paziente.

Tipi di Ictus

L’ictus va distinto dall’attacco ischemico transitorio (TIA), in cui compaiono dei segni neurologici focali che tuttavia si risolvono entro un’ora e in cui sono assenti segni di necrosi cerebrale all’imaging.

Inoltre, viene a sua volta distinto in ictus ischemico (presente in circa l’80% dei casi), nel caso sia legato a un’ostruzione di un’arteria da parte di una placca o un trombo, ed ictus emorragico, se la causa è una rottura della parete con stravaso emorragico.

Sintomatologia

Le manifestazioni cliniche dell’ictus dipendono dal distretto arterioso colpito.

Può presentarsi come un’improvvisa debolezza muscolare ad un arto, una paralisi, una perdita della sensibilità, difficoltà a parlare, alterazioni della vista o vertigini.

L’ictus emorragico si associa frequentemente anche a cefalea ingravescente, nausea, vomito e perdita di coscienza.

Diagnosi dell’ictus tramite neuroimaging

La diagnosi di ictus richiede un’accurata valutazione del paziente, che include un’anamnesi completa, con storia clinica recente, remota, farmacologica e familiare, e un esame obiettivo neurologico e sistemico, per identificare l’entità dei disturbi neurologici ed eventuali patologie cardiovascolari che possono essere alla base dell’evento.

I pazienti sono solitamente valutati per le seguenti categorie di cause e fattori di rischio:

  • Cardiaci (per esempio un paziente con fibrillazione atriale è a rischio di embolia cerebrale)
  • Vascolari (come una stenosi carotidea critica)
  • Ematici (uno stato di ipercoagulabilità del sangue che predispone allo sviluppo di trombi)

La valutazione clinica insieme agli esami di neuroimaging permettono di determinare la presenza dell’ictus, escludendo altre possibilità, distinguerne il tipo (se ischemico o emorragico), definire il trattamento da attuare e di capire come prevenire il rischio di futuri ictus. Inoltre, può essere utile per intraprendere una terapia di riabilitazione e definire cosa deve includere.

La diagnosi con neuroimaging viene effettuata mediante un TC o una RM cerebrale, che possono individuare o escludere un’emorragia intracerebrale, un ematoma o un tumore a rapido accrescimento.

Successivamente si determina il meccanismo alla base dell’ictus, l’estensione della lesione e l’arteria occlusa.

La TC cerebrale ha il vantaggio di riconoscere bene le emorragie e i traumi ossei; inoltre ha tempi di esecuzione più rapidi, pertanto in un contesto di emergenza viene utilizzata come esame di prima scelta. Tuttavia, durante le prime 12-24 ore, non è in grado di mostrare con chiarezza la lesione di un ictus ischemico, anche di grandi dimensioni.

La RM cerebrale di diffusione, invece, è altamente sensibile per l’ischemia precoce e può essere effettuata immediatamente dopo che la TC iniziale ha escluso la presenza di un ictus emorragico. Inoltre può spesso essere utile per differenziare un attacco ischemico transitorio da un ictus ischemico.

Entrambe le tecniche, con tempistiche diverse, consentono di identificare l’estensione della lesione irreversibile (detta core) e di quella potenzialmente trattabile con la rivascolarizzazione (penombra).

Trattamento dell’ictus

Il trattamento della malattia è focalizzato sul sostenimento delle funzioni vitali, se compromesse, e su trattamenti specifici in base al tipo di ictus.

La terapia a lungo termine comprende una riabilitazione, la gestione delle problematiche insorte dopo un ictus e la correzione dei fattori di rischio.

Nel caso di ictus ischemico vengono somministrati dei farmaci per sciogliere i coaguli e per diminuire la probabilità che se ne formino di nuovi.

In base alla situazione possono essere eseguite diverse procedure per trattare le arterie ristrette o ostruite, per rimuovere un coagulo, o per bloccare un aneurisma.

Nello specifico le due opzioni di trattamento per l’ictus ischemico acuto sono la trombolisi intravenosa e la trombectomia meccanica.

Nello stroke emorragico invece risulta fondamentale il controllo della pressione arteriosa.

In questo caso è necessario procedere tempestivamente con una terapia farmacologica per riportare la pressione sistolica sotto a 140 mmHg (millimetri di mercurio) entro le prime ore dall’esordio dei sintomi.

A questa ne viene solitamente associata un’altra con farmaci antiedemigeni per ridurre la pressione intracranica e l’effetto compressivo dell’ematoma sul tessuto cerebrale sano.

Talvolta sono necessari interventi chirurgici per rimuovere le raccolte di sangue e chiudere il vaso danneggiato.

Diagnosi dell’ictus tramite neuroimaging al Centro Igea

Al Centro Igea Sant’Antimo è possibile eseguire gli esami diagnostici per la diagnosi di ictus.

Il Gruppo Igea nelle sedi di Sant’Antimo e Grumo Nevano dispone delle tecnologie più avanzate per la diagnostica ed esegue tutte le analisi di laboratorio necessarie.

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I contenuti di questo articolo sono pubblicati esclusivamente a scopo informativo, pertanto non possono sostituire in alcun modo il rapporto diretto Medico-Paziente e la valutazione dello Specialista.

Bibliografia

InformedHealth.org [Internet]. Cologne, Germany: Institute for Quality and Efficiency in Health Care (IQWiG); 2006-. Stroke: Overview. 2008 Jul 8 [Updated 2017 Jul 13]. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK279214/

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