Infertilità maschile, come diagnosticarla

Infertilità maschile, come diagnosticarla?

L’infertilità è una condizione che comporta difficoltà ad avere un figlio nonostante diversi tentativi, ed è una problematica tanto comune, affligge infatti circa il 15-20% delle coppie che cercano di concepire, quanto complessa, soprattutto per il suo impatto emotivo.

Benché spesso si associ l’infertilità all’immagine della donna, è bene sottolineare che le statistiche riportano un’uguale frequenza anche nell’uomo.

Principali cause e fattori di rischio

L’infertilità maschile può essere dovuta a diversi disturbi, che riguardano:

  • effettiva produzione dello sperma
  • numero degli spermatozoi
  • forma degli spermatozoi
  • movimento degli spermatozoi, sia attraverso l’apparato genitale maschile che attraverso quello femminile per risalire fino alla tuba uterina ed effettuare la fecondazione dell’ovulo.

Esistono numerosi fattori di rischio che possono riflettersi negativamente sulla fertilità dell’uomo.

Tra questi si individuano:

  • età avanzata;
  • fumo di tabacco;
  • assunzione eccessiva di alcol;
  • sovrappeso o obesità;
  • esposizione a pesticidi, erbicidi e metalli pesanti;
  • malattie dell’apparato genitale maschile, come l’eiaculazione retrograda, il varicocele, la mancata discesa del testicolo nello scroto durante le prime settimane di vita, malattie autoimmuni che abbiano come bersaglio gli spermatozoi, testosterone in dosi troppo basse ed infezioni del tratto genito-urinario;
  • alcuni farmaci e trattamenti medici, per esempio la chemioterapia, la radioterapia, alcuni farmaci per l’ipertensione, come i calcio antagonisti, e gli antidepressivi triciclici;
  • droghe, soprattutto la marijuana e la cocaina;
  • assunzione di steroidi anabolici, spesso somministrati per incrementare le performance sportive;
  • problemi ormonali nel corso della pubertà.

Infertilità maschile, come diagnosticarla

Un uomo dovrebbe pensare di rivolgersi ad un medico per valutare la propria fertilità se dopo un anno di tentativi ancora non è stato possibile concepire un figlio, così come se dovessero comparire alcuni segni, quali disfunzione erettile, riduzione del desiderio sessuale, mancata eiaculazione, recenti interventi chirurgici e dolore all’area genitale.

In una prima fase, quindi, il medico raccoglie tutte le informazioni utili da parte del paziente, per analizzare così la storia clinica, le condizioni di salute generale e la presenza eventuale di fattori di rischio.

In secondo luogo, può essere effettuato un esame obiettivo dell’area genitale, per individuare eventuali alterazioni della struttura e della consistenza.

In genere viene poi richiesto uno spermiogramma, un test che consente di ottenere innumerevoli informazioni sullo sperma e le sue cellule sessuali.

Nei giorni che precedono il test, l’uomo dovrebbe cercare di evitare di eiaculare, così come di assumere alcol o medicazioni non strettamente necessarie, a tal proposito viene istruito dallo specialista.

Successivamente, il giorno del test, deve raccogliere un campione di sperma, al massimo 30-60 minuti prima di consegnarlo al laboratorio ed avendo cura di conservarlo ad una temperatura che non si discosti eccessivamente da quella corporea, attorno ai 35-37 gradi.

A questo punto, il laboratorio analizza il campione e dopo qualche giorno dà dei risultati al paziente che riguardano:

  • la forma degli spermatozoi: per essere considerati normali almeno la metà dovrebbero avere la classica forma a girino;
  • il numero: di solito tra 20 e 200 milioni per campione;
  • la motilità;
  • il pH, di norma tra 7.2 e 7.8;
  • la quantità di sperma, che dovrebbe essere superiore ai 2 ml;
  • la capacità di liquefazione, che in genere avviene dopo 15-30 minuti al fine di garantire una migliore capacità di movimento alle cellule, le quali farebbero invece fatica a migrare verso l’ovulo se la consistenza rimanesse viscosa;
  • aspetto dello sperma, in condizioni fisiologiche bianco-grigio e lattescente.

Se dallo spermiogramma risultasse qualche anomalia, il medico potrebbe decidere di approfondire ulteriormente gli esami, così da individuare anche la causa di questa per risolverla.

Così, potrebbe essere richiesto un dosaggio del testosterone, una ricerca di anticorpi sulla superficie degli spermatozoi per l’individuazione di malattie autoimmuni, ecografia e/o ecocolordoppler dello scroto, valutazione batteriologica ed esame del DNA per scorgere eventuali alterazioni genetiche note per il loro impatto sulla fertilità.

Infertilità maschile, come diagnosticarla al Centro Igea

Al Centro Igea Sant’Antimo è possibile eseguire gli esami Laboratorio per la valutazione dell’infertilità maschile.

Il Gruppo Igea nelle sedi di Sant’Antimo e Grumo Nevano dispone delle tecnologie più avanzate per la diagnostica ed esegue tutte analisi di laboratorio necessarie.

AVVISO ALL’UTENTE
I contenuti di questo articolo sono pubblicati esclusivamente a scopo informativo, pertanto non possono sostituire in alcun modo il rapporto diretto Medico-Paziente e la valutazione dello Specialista.

Bibliografia – Infertilità maschile, come diagnosticarla

Leslie SW, Soon-Sutton TL, Khan MAB. Male Infertility. [Updated 2023 Mar 3]. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2023 Jan-. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK562258/

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