La reazione di attacco o fuga ai pericoli esterni
Sono in molti a temere che un problema respiratorio sia necessariamente sintomo di un altro fisico, ma in pochi conosco la reazione di attacco o fuga.
Con questa espressione ci si riferisce ad una reazione neuronale fisiologica in risposta a un evento percepito come pericoloso sia per la propria incolumità sia per quella dei propri cari. Questa condizione crea uno stato di ansia nell’individuo che può influenzare la sua salute mentale e fisica in diversi modi.
Prima di preoccuparsi realmente per il proprio stato fisico, bisogna sapere che di solito si iniziano ad avere problemi di respirazione realmente solo intorno ai 50 anni.
Quando si è giovani, una ridotta funzionalità polmonare può essere compensata con il proprio stato fisico. Nel caso in cui sia un giovane a soffrire di affanno, questo sarà, con molta probabilità, causato da asma o bronchite acuta.
In alcuni casi, invece, come l’enfisema o le malattie cardiache ad esordio precoce, la genetica può svolgere un ruolo significativo.
È importante, dunque, riconoscere che alcuni problemi di respirazione possono essere anche di altra entità, rispetto a fenomeni esclusivamente fisici.
Fattori scatenanti della reazione di attacco e fuga
A scatenare la reazione di attacco o fuga è un pericolo esterno che genera una risposta fisiologica nel proprio corpo per prepararlo a combattere o scappare dalla situazione. La mancanza di respiro è proprio una di quelle risposte. Potresti avere la sensazione di non riuscire a riprendere fiato e senso di oppressione al petto.
Accelerazione cardiaca, aumento del ritmo del respiro (iperventilazione), tensione muscolare, aumento dell’attenzione e della vigilanza sono tutti sintomi di una rapidissima attivazione delle funzioni neurovegetative in reazione ad uno stato di pericolo.
Questo meccanismo è presente in tutti i mammiferi e si è sviluppato per aiutare gli animali o l’uomo a sopravvivere quando qualcosa minaccia la propria vita o quella dei cari.
In pochi istanti il nostro corpo è pronto ad attaccare o fuggire.
Effetti sul corpo della reazione di attacco o fuga
Questa reazione di attacco o fuga porta con se anche altri sintomi oltre quelli sopra descritti:
- pallore o rossore del viso, o la loro alternanza;
- costrizione dei vasi sanguigni in diverse parti del corpo;
- dilatazione dei vasi sanguigni per favorire l’attività dei muscoli;
- riduzione dell’attività della ghiandola lacrimale (preposta alla produzione di lacrime) e della salivazione;
- dilatazione della pupilla (midriasi);
- rilassamento della vescica;
- attività generale degli sfinteri del corpo;
- riduzione o annullamento della capacità di ascolto;
- perdita di visione periferica con vertigini;
- sensazione di svenimento;
- disinibizione dei riflessi spinali;
- inibizione dell’attività dello stomaco e dell’intestino tenue con conseguente nausea e rallentamento della digestione;
- tremore.
Tutti questi elementi altro non sono che la naturale preparazione del corpo che sta cercando di far arrivare ossigeno ai tessuti prima di prepararsi ad attaccare o scappare: normali risposte fisiologiche del corpo pregettate naturalmente per salvarsi la vita.
La percezione del pericolo nel mondo attuale
Nel caso in cui questi sintomi si generino in una situazione quotidiana che non prevede alcun periocolo esterno evidente, potrebbe semplicemente essere una reazione ad eventi che provocano disagio alla propria tranquillità, mentale o fisica che sia: trovarsi in un posto affollato o anche ricevere una brutta notizia o avere problemi a lavoro sono solo alcune delle situazioni più comuni.
Naturalmente non stai correndo e non ti stai preparando a combattere, almeno si presuppone, ma il corpo può reagire comunque a determinati fattori esterni perché li ritiene pericolosi per sé provocando fastidio e ansia.
AVVISO ALL’UTENTE
Le informazioni fornite in questo articolo hanno natura generale e sono pubblicate a scopo puramente divulgativo, pertanto non possono sostituire in alcun caso il parere del medico.
Bibliografia
