La spalla congelata, fasi e fattori di rischio
La spalla congelata è una condizione che colpisce l’articolazione. Di solito comporta dolore e rigidità, si sviluppa gradualmente, peggiora e infine scompare. Questo processo può richiedere da 1 a 3 anni.
La spalla è composta da 3 ossa che formano un’articolazione a sfera: l’omero, la scapola e la clavicola. C’è anche un tessuto che circonda l’articolazione e che tiene tutto insieme, la capsula.
Con la spalla congelata si formano delle bande di tessuto cicatriziale e c’è meno liquido sinoviale che mantiene lubrificata l’articolazione. Così la capsula diventa così spessa e stretta che la spalla è difficile da muovere.
Un esame fisico, solitamente, dovrebbe essere sufficiente per diagnosticare la condizione, tuttavia il medico può anche prescrivere esami strumentali come raggi X, ultrasuoni o risonanza magnetica per escludere altri eventuali problemi, come l’artrite o una cuffia dei rotatori strappata.
Le 3 fasi
La spalla congelata attraversa generalmente da 3 fasi, ognuna con i suoi sintomi e la sua sequenza temporale.
- congelamento: si percepisce un dolore alla spalla, a volte piuttosto forte, ogni volta che la si muove. Nel tempo può peggiorare e portare disagio, soprattutto di notte. Questa fase può durare dai 6 ai 9 mesi.
- spalla congelata: in questa seconda fase, il dolore potrebbe diminuire, ma la rigidità, invece, peggiora. Il tempo di durata può variare dai 4 ai 12 mesi.
- scongelamento: in questa terza e ultima fase, la tua capacità di movimento inizia a tornare alla normalità. Questo processo può richiedere da 6 mesi a 2 anni.
Le cause
Non sono ad oggi chiari i motivi che portano alla spalla congelata, ma, secondo alcuni studi, alcuni gruppi di persone sono più soggetti di altri.
Generalmente questa condizione si verifica soprattutto nelle persone tra i 40 e i 60 anni e le donne sono le più colpite. Il rischio potrebbe anche aumentare se ci si sta riprendendo da una particolare condizione medica, come un ictus o un intervento chirurgico come una mastectomia, che impediscono di muovere il braccio.
Esistono anche altre patologie mediche che potrebbero favorire il congelamento, come il diabete (circa il 10-20% delle persone con diabete ne soffre), le malattie cardiache, la tiroide o il morbo di Parkinson.
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