Servizio di Medicina Nucleare Igea Sant Antimo

Servizio di Medicina Nucleare Igea Sant Antimo

Il centro Igea dispone di un innovativo servizio di Medicina Nucleare in cui l’elevato contenuto tecnologico si combina con il massimo confort e con il rispetto del paziente.

Il centro dispone di due Tomografi SPET a geometria variabile di ultima generazione e di una velocissima PET-TC a 64 strati, unica nel suo genere, in grado di fornire immagini a elevata risoluzione in pochi minuti.

Tutte le nostre macchine sono ottimizzate con un sistema denominato “Astonish”, per garantire la massima risoluzione delle immagini, con la minima dose di radiazioni.

Il servizio è stato inoltre progettato con colori gradevoli, ambienti perfettamente climatizzati e un accurato controllo della radioattività, rispettando il paziente, il personale e l’ambiente.

La luminosità degli ambienti, la tecnologia delle nostre apparecchiature, i tempi di esecuzione brevi consentono anche ai pazienti claustrofobici di effettuare l’esame.

Informazioni sull’esame

Gli esami di medicina nucleare utilizzano i radiotraccianti (piccole quantità di materiale radioattivo) per diagnosticare, valutare o trattare diverse malattie, dalle patologie cardiache ai tumori, dai disturbi gastrointestinali a quelli endocrini e neurologici. Generalmente, i radiotraccianti vengono iniettati nel flusso sanguigno, ingeriti oppure inalati.

Cosa cura

Grazie all’individuazione dell’attività molecolare, la medicina nucleare ha le potenzialità per identificare la malattia sin dalle sue prime fasi e può fornire riscontri anche sulle risposte di un paziente ad uno specifico trattamento.

Solitamente, le procedure di imaging della medicina nucleare vengono utilizzate per osservare struttura e funzioni di organi, sistemi, ossi o tessuti all’interno del corpo. I risultati che si possono ottenere da un test di medicina nucleare variano a seconda dell’organo o tessuto analizzato.

Ad esempio, se l’analisi riguarda il cuore, la procedura permette di:

  • Osservare il flusso sanguigno cardiaco;
  • Rilevare patologie coronariche:
  • Valutare possibili danni cardiaci a seguito di un infarto;
  • Valutare la funzione cardiaca prima e dopo la chemioterapia;
  • Rilevare il rigetto del trapianto di cuore;
  • Valutare i risultati delle procedure di vascolarizzazione;
  • Valutare trattamenti speciali come bypass cardiaco e angioplastica

Quando l’esame si concentra sui polmoni, la procedura consente di:

  • Rilevare il rigetto del trapianto polmonare;
  • Valutare le funzioni polmonari;
  • Analizzare lo stato di salute dei polmoni e problemi respiratori o del flusso sanguigno ad essi annessi

A livello osseo, un esame di medicina nucleare può servire a valutare tumori ossei, infezioni, artrite oppure a identificare le aree giuste per una successiva biopsia.

Sotto il profilo cerebrale, questi esami aiutano a:

  • Studiare anomalie nel cervello in pazienti con determinati sintomi o disturbi (convulsioni, perdita di memoria etc.);
  • Rilevare l’insorgenza precoce di disturbi neurologici come il morbo di Alzheimer;
  • Identificare le aree cerebrali che possono causare convulsioni

In chiave oncologica, la medicina nucleare fornisce utili indicazioni per:

  • Determinare la presenza o la diffusione del cancro in diverse parti del corpo;
  • Localizzare i linfonodi sentinella prima dell’intervento chirurgico, in pazienti con diagnosi di carcinoma mammario o tumori della pelle e dei tessuti molli;
  • Pianificare il trattamento terapeutico e valutare le risposte alla terapia;
  • Rilevare tumori rari del pancreas e delle ghiandole surrenali

La medicina nucleare, inoltre, favorisce:

  • La valutazione dell’ipertensione correlata alle arterie renali;
  • L’analisi del flusso e della funzione del sangue renale nativo e trapiantato;
  • L’individuazione di ostruzioni del tratto urinario o del reflusso urinario

Diagnosi

Eccezion fatta per le iniezioni endovenose, i test di medicina nucleare sono indolori. I radiotraccianti si accumulano nelle regioni in cui è presente una patologia tumorale o un’infiammazione. Possono, per giunta, legarsi a specifiche proteine all’interno dell’organismo.

Il fluorodeossiglucosio F-18 è il radiotracciante maggiormente utilizzato e rappresenta una molecola simile al glucosio. Le cellule tumorali, essendo maggiormente sotto il profilo metabolico, possono assorbire il glucosio ad un ritmo più elevato, condizione che può essere riscontrata in una scansione PET.

Una fotocamera speciale o un dispositivo di imaging rileva le emissioni radioattive del radiotracciante, producendo immagini e fornendo informazioni molecolari dettagliate. Non di rado, le immagini prodotte dalla medicina nucleare vengono sovrapposte con quelle che si ottengono durante una tomografia computerizzata o una risonanza magnetica. Ciò permette al medico di correlare ed interpretare su una sola immagine informazioni provenienti da due differenti esami.

Terapie

Una procedura terapeutica molto utilizzata dalla medicina nucleare è la terapia con ionio radioattivo che permette di trattare alcune cause di ipertiroidismo, carcinomi tiroidei ed altre tipologie di tumori.

La radioimmunoterapia, invece, è una procedura di trattamento tumorale che rappresenta un mix tra radioterapia ed immunoterapia e che imita le attività cellulari nel sistema immunitario dell’organismo.

Come prepararsi

Alle donne in stato di gravidanza o in allattamento si consiglia di informare preventivamente lo studio medico. È opportuno informare il tecnico che esegue l’esame su eventuali farmaci assunti di recente dal paziente (anche vitamine e integratori a base di erbe) nonché elencare eventuali allergie o altre condizioni mediche.

È preferibile lasciare a casa gioielli o altri accessori metallici perché potrebbero interferire col test. In ogni caso, istruzioni più specifiche verranno fornite al paziente in base al tipo di esame da effettuare.

Come avviene la procedura

Il radiotracciante iniettato nel flusso sanguigno, ingerito o inalato come gas si accumula nell’area sottoposta ad analisi ed emette una piccola quantità di energia sotto forma di raggi gamma. Speciali telecamere rilevano questa energia e, grazie ad un computer, generano immagini dettagliate su struttura e funzioni di organi e tessuti.

Rispetto ad altre tecniche di imaging, gli esami di medicina nucleare si focalizzano sui processi che avvengono all’interno del corpo. Le aree di maggiore intensità sono quelle in cui il livello di attività chimica o metabolica è elevato.

Se il radiotracciante viene somministrato per via endovenosa, il paziente avvertirà una leggera puntura di spillo quando l’ago viene inserito nella vena. Non si segnalano particolari ed ulteriori effetti collaterali legati alla procedura.

In caso di ingestione, il radiotracciante non ha alcun sapore. Se inalato, la sensazione che si avverte è simile ad un normale respiro. È importante rimanere fermi durante l’esame.

La piccola quantità di radiotracciante presente nel corpo perderà la radioattività nel corso del tempo, attraverso un naturale processo di decadimento radioattivo. Non è da escludere che possa essere espulsa dal corpo attraverso l’urina o le feci, anche nelle prime ore o nei giorni successivi al test.

Quanto dura l’esame

Il radiotracciante può impiegare da qualche secondo a diversi giorni per viaggiare attraverso il corpo ed accumularsi nell’area da analizzare. Questo significa che la procedura di imaging potrebbe concludersi anche diversi giorni dopo l’iniezione del materiale radioattivo.

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